Di Dacia Maraini
Regia di Jacopo Squizzato
con Ottavia Orticello
Scene Sara Gicoradi
Costumi Sara Gicoradi
Assistenti alla regia
Katia Mirabella e Giulia Odetto
Dacia Maraini racconta la storia di Manila, Erica e Marina, che sono portate sul palcoscenico grazie alla sensibilità di Ottavia Orticello con la regia di Jacopo Squizzato.
In un unico corpo vivono le anime delle tre coinquiline. Un racconto dall’unica voce narrante di Manila, una giovane donna tormentata, libera e fragile, rotta nel suo corpo esuberante e osceno.
C’è tutto un mondo di uomini che si muovono attorno a questa casa di donne che non si vedono, anche se presenti con la loro fisicità prepotente. Sono i carnefici e gli acquirenti che riducono in schiavitù quelle donne libere.
Così, Ottavia Orticello ci racconta la bellezza nel bel mezzo della disperazione e ci restituisce le sfumature di un’anima sconfitta e delicata.
La vediamo amare e proteggere e stringere a se stessa tutte le donne. Parla con loro come a sua madreperla poi annullarsi. Riesce stringere i denti e a ridere, anche se con dolore. La regia di Jacopo Squizzato ci restituisce un testo che mostra la complessità dell’universo, che si nasconde dietro il mondo della prostituzione con l’ironia, che da sempre caratterizza i testi della Maraini.
Sulla scena solo una panca spostata e sollevata, che diventa letto, poltrona e sostegno, spina dorsale. Una luce che veste e disegna i corpi sconfitti di queste donne e ne scandisce i racconti. Ce le regala esuberanti e tormentate ma, poi celate, in un attimo, esposte e intime.